FORMAZIONE U.S.R. Sicilia
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Ambito Territoriale XII
CTRH PATERNO 3°
PROGETTUALITA’ E RICERCA/AZIONE
Non dar retta ai tuoi occhi, e non credere a quello che vedi.Gli occhi vedono solo ciò che è limitato. Guarda col tuo intelletto, e scopri quello che conosci già, allora imparerai come si vola.( R. Bach da “Il gabbiano Jonathan Livingstone).
Metodologia di lavoro
L’avvio di una progettualità è sempre determinata dalla rilevazione di un bisogno, da una situazione problematica e di conseguenza è finalizzata alla messa in atto di una strategia in grado di fornire risposte in termini educativi.
Non è semplice dominare e comprendere le grandi e complesse trasformazioni dell’attuale periodo temporale, tuttavia la scuola si trova a dover svolgere un ruolo essenziale:elaborare la propria progettualità senza prescindere dalla pluralità delle istanze provenienti dal territorio, poiché il sistema scuola è un sistema interagente con l’ambiente esterno. L’ informazione non è più patrimonio esclusivo della scuola, ma viene erogata dall’intera società con mezzi tecnologicamente molto sofisticati e la stessa formazione dei giovani non è più solo il risultato del settore formale, proprio dell’istituzione scolastica, ma è il risultato di una forte integrazione con i settori informali e non formali della società. La scuola si trova nella condizione di scegliere se portare avanti una progettualità centrata sulle sue tradizioni, ignorando le spinte di una innovazione molto forte e accelerata, oppure accettare le sfide provenienti dalla società e offrire ai giovani un sistema di formazione ricco di motivazioni. La Legge 53/2003 vuole indirizzare la scuola in questo secondo percorso affinché la proposta formativa, da essa elaborata, sia il risultato di una coerente coniugazione dei bisogni formativi dello studente e delle caratteristiche dell’ambiente di apprendimento. Non è solo la razionalità che può essere considerata forza propulsiva di cambiamento, ma un ruolo significativo può essere esercitato anche dalla dimensione relazionale e comunicativa. La scuola si trova ad affrontare diversi ordini di problemi: • in qualità di organizzazione deve attuare una progettualità in grado di intercettare i bisogni formativi e mettere in atto processi finalizzati al cambiamento; • deve creare condivisione all’interno dell’istituzione scolastica a fronte di una complessità che facilita divisioni e qualche volta contrapposizioni fra i diversi operatori; • capire con quale identità rapportarsi al territorio per creare condivisione in una logica di Rete.
I costrutti “progetto, progettualità progettazione” costituiscono un volano per la qualità del servizio educativo in grado di rilevare i bisogni e di incidere su di essi con interventi di tipo educativo(D.P.R.275/99) Tuttavia il ciclo di vita di un progetto di intervento nell’ambito scolastico può essere rappresentato più da una figura circolare che da una rappresentazione lineare: esso ha sicuramente un inizio uno svolgimento e una fine, ma ha anche continui ritorni.
L’ESPERIENZA PROFESSIONALE
L’esperienza professionale dei docenti all’interno di una organizzazione complessa quale è quella scolastica, nella logica di una progettazione partecipata e dialogata, risulta essenziale per affrontare qualsiasi progettualità. In qualsiasi ordine scolastico possiamo rilevare la presenza di significative innovazioni pedagogico-didattiche portate avanti dai docenti in un disegno, non di sistema, ma basato proprio sulle capacità professionali e sulla voglia di fare dei docenti. I processi innovativi, in particolare, si innestano sulla “storia professionale” che costituisce la linfa essenziale che mette in grado di accogliere stimoli e spinte nuove.
LA RICERCA-AZIONE
La ricerca – azione è una metodologia che ha lo scopo di individuare e migliorare una situazione problematica attraverso il coinvolgimento di ogni singolo attore. Viene definita “catalizzatore del cambiamento”(Pourtois 1981) Le procedure della ricerca-azione furono teorizzate da Lewin (1946) secondo il noto paradigma: PIANIFICARE – AGIRE – OSSERVARE per poi RIPIANIFICARE – AGIRE – OSSERVARE, quindi riflettere di nuovo. Operativamente queste fasi richiedono un momento di VALUTAZIONE dopo ciascuna di esse per decidere se si può passare alla fase successiva. Tale metodo ha trovato ampie risonanze sia nella ricerca sperimentale sia nella pedagogia classica, ma ciò che caratterizza in modo particolare la ricerca-azione è il suo approccio olistico che ben si adatta all’educazione, in quanto processo organico, complesso, più circolare che lineare, sempre dinamico e aperto: nella ricerca – azione teoria e prassi educativa sono momenti inscindibili. La scientificità della ricerca – azione dipende dai risultati ottenuti che devono basarsi su: • coinvolgimento dell’intero gruppo di docenti che condivide la progettualità; • completezza di analisi della realtà scolastica coinvolta; • legame dei risultati educativi al contesto; • migliore consapevolezza metodologica e didattica dei docenti; • miglioramento del servizio educativo agli alunni. La caratteristica essenziale della ricerca-azione, condivisa da quanti si riconoscono in questa tradizione di ricerca, si basa sul riconoscimento del cambiamento nel modo di educare che essa è in grado di produrre sul sistema scolastico e sul miglioramento professionale e personale degli attori coinvolti nel processo. Essa richiede il pieno coinvolgimento di tutti gli “attori”, quindi ciascun docente assume il ruolo di attore-ricercatore all’interno del processo che lo vede pienamente coinvolto . Le maggiori consapevolezze acquisite durante la ricerca-azione possono fornire agli insegnanti maggiore potere decisionale in quanto più capaci di migliorare un contesto scolastico che conoscono bene.
L’ANALISI INDIVIDUALE
La lettura del commento al tema centrale del libro. L’incrocio dei sentieri fatta dall’autore, Kossi Komla-Ebri, può evocare immagini, ricordi ,positivi o negativi,derivati dall’esperienza, ma anche riflessioni scaturite da percorsi di analisi, di ricerca, da contesti problematici. Lo scrittore Kossi Komla-Ebri, nato in Togo 50 anni fa, in Italia da 30, medico ricercatore all’Ospedale Fatebenefratelli di Erba (Como), è l’autore di numerosi libri abbastanza conosciuti: Nel testo citato l’autore affronta il tema del viaggio, della nostalgia dell’orgoglio di chi è sospeso tra due mondi, e osserva “ Per me scrivere di questi temi è stato importante anche per capire chi sono: non sono solo africano, non sono solo italiano. Solo oggi ho capito che la mia identità multipla è una ricchezza e che ho una password per passare con facilità da una cultura all’altra. La mia scrittura fino ad ora aveva sempre un obiettivo: l’interculturalità. Ora sono pronto ad andare oltre e a raccontare l’animo umano, a prescindere dalla sua identità” Dalla lettura di queste righe tentiamo di ricavare, individualmente, alcuni nuclei tematici che possano costituire dei bisogni formativi e, dopo aver individuato quelli maggiormente ricorrenti, tentiamo di costruire una progettazione che sia in grado di fornire risposte in termini educativi.
PROGETTAZIONE PARTECIPATA
Il confronto è considerato processo inter-soggettivo in cui la stessa definizione del problema è frutto di negoziazione tra i soggetti, costruzione collettiva che guarda dentro e fuori la scuola. Qualunque progettazione deve essere sostenuta da un progetto singolo o di gruppo. Talvolta alcune iniziative pregevoli falliscono perché sono il frutto di idee estemporanee messe in atto senza un’analisi dei bisogni che deve essere rapportata alle fasi previste, alle risorse (professionali ed economico-strumentali) disponibili, ai risultati attesi. Partecipare alla progettazione attivamente e con forte motivazione, comunicare le proprie ipotesi per conoscere quelle degli altri, sviluppare ciascuna attività in maniera sistematica, utilizzare le risorse in modo razionale, valutare sia i processi che i prodotti dell’attività, sono punti chiave di un ambiente di apprendimento che consente di sviluppare la propria professionalità nella docenza. Risulta essenziale mantenere un approccio olistico al problema cercando di porre attenzione a tutti gli aspetti, cognitivi e non cognitivi. Una progettualità educativa efficace deve tenere sotto controllo tutte le variabili del processo di insegnamento/apprendimento, in una visione di insieme che è necessaria per produrre un miglioramento, ma anche nell’approfondimento di aspetti particolari in vista di una eventuale o parziale trasferibilità dei dati. La prospettiva è quella di una scuola che guarda fuori dalle proprie aule, aperta al territorio, in grado di interagire in un orizzonte ampio, sempre più ampio, in un’ottica europea. Infine, ma non da ultimo, occorre considerare la progettualità educativa efficace per innovare e per migliorare la qualità dell’apprendimento, della formazione e del capitale umano raccogliendo la sfida del Consiglio d’Europa (Lisbona 2000) per “diventare (entro …..era il 2010) l’economia basata sulla conoscenza, più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”
RICERCA – AZIONE GRIGLIA METODOLOGICA
1° fase: PIANIFICARE
Definizione del problema/situazione problematica (quale conoscenza voglio migliorare/approfondire? Per quale motivo?) – Definizione destinatari (La ricerca è rivolta alla classe? O a situazioni con caratteristiche specifiche?) – Definizione attori (Chi interverrà nel percorso? Chi contribuirà al raggiungimento del fine previsto?) – Brain storming riguardante le caratteristiche / dati salienti da esaminare e i problemi / dubbi / riflessioni connessi – Individuazione delle finalità generali – Individuazione dei bisogni formativi – Scelta del contenuto / bisogno formativo ritenuto prioritario, che sarà il focus della ricerca – Definizione degli obiettivi sulla base delle ipotesi condivise dal gruppo – Scelta degli interventi / azioni e dei tempi necessari.
2° fase: AGIRE
Messa in atto degli interventi da parte di tutti gli attori coinvolti. L’intero gruppo di docenti e gli eventuali esperti coinvolti conducono l’azione con ruoli assolutamente paritari, delineano e sperimentano linee di intervento e metodologia per quel particolare contesto, conosciuto in modo approfondito e con coinvolgimento emotivo, una realtà sentita e vissuta.
3° fase: OSSERVARE – MONITORARE
Scelta degli strumenti necessari da utilizzare: • Diario di bordo ( strumento a sfondo soggettivo). Di particolare importanza per rilevare la collaborazione interattiva attraverso la modificazione delle proprie posizioni, in quanto di volta in volta si può essere osservatori o osservati. • Interviste – registrazioni – questionari (strumenti a sfondo oggettivo) L’uso degli strumenti è finalizzato alla documentazione di quanto avviene nel laboratorio per poter adeguatamente documentare i “processi” e gli eventuali ”prodotti”
4° fase: RIFLETTERE – VALUTARE- RI/PIANIFICARE
Valutazione dei risultati: si sono verificati i cambiamenti previsti? Si registrano miglioramenti rispetto alla situazione iniziale? Il cambiamento/miglioramento prodotto nell’attività educativa si valutao con criteri di: – efficacia, congruenza tra obiettivi e situazioni partenza; – efficienza, conseguimento degli obiettivi con le risorse esistenti. Nell’eventualità di mancato conseguimento degli obiettivi previsti si procede alla Ri –pianificazione delle ipotesi iniziali tenendo conto delle variabili intervenute. L’attività progettuale nella ricerca/azione è finalizzata a produrre cambiamenti, in termini migliorativi, del processo di apprendimento/insegnamento.
L’attività progettuale nella ricerca/azione è finalizzata
a produrre cambiamenti, in termini migliorativi, del
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